Trentasette anni dopo la strage di Ustica del 27 giugno 1980, la richiesta è sempre la stessa: chiarire una vicenda caratterizzata da troppe omissioni e mezze verità.
Poche novità dopo la desecretazione degli atti
Poche le novità emerse dopo la desecretazione degli atti sulle stragi voluta dal governo Renzi. Un segnale, tuttavia, di forte discontinuità rispetto agli annosi insabbiamenti di un paese che lavava i panni sporchi in casa. Conservandoli, però, tali e quali nonostante gli atti di fede, per la macchinosità di strutture ministeriali che restano sempre intatte nei loro complici difetti. E per una politica, al tempo, abituata alle opacità.
Uno spiraglio aperto per la verità
Daria Bonfiletti, portavoce dei familiari delle ottantuno vittime, confida ancora nella possibilità di fare finalmente luce. Pur rimarcando i ritardi nella ricostruzione della vicenda e lamentando – non senza sconcerto – la vecchia incapacità di conservare la documentazione prodotta, non ancora digitalizzata. La scomparsa di diverse carte, la banalità dei documenti depositati che nulla aggiungono a quanto già appurato, l’atteggiamento di una giustizia internazionale che non ha risposto alle richieste di rogatoria dei giudici italiani insieme, invece, alla certezza che l’aereo fu abbattuto da un missile con tanto di condanna al risarcimento inflitta ai ministeri italiani per la mancata sicurezza, riassumono un clima di assoluta precarietà. Rinsaldato dalla condizione approssimativa degli archivi, che tuttavia non basta a giustificare la sparizione di molta documentazione.
L’appello dei familiari delle vittime
Dunque un appello – quello di Bonfiletti – che si rivolge alla politica, dopo la scelta di una desecretazione che rappresenta una svolta fondamentale. Ma che agisce su atti preesistenti già compromessi nella possibile verità e in un racconto sottoposto a molteplici revisioni. In attesa di capire chi siano stati i responsabili dell’evidente incuria (non c’è traccia degli atti dell’Aviazione Civile e del gabinetto dei Trasporti, oltre che degli atti della Marina e dell’Aviazione dal giugno dell’80 in poi), per cui ci si appella ad un’apposita indagine ministeriale.
Meno burocrazia per arrivare alla verità
Un invito al massimo impegno che la portavoce rivolge anche al Governo. Pensando che una maggiore semplificazione dell’intera struttura amministrativa e burocratica dello Stato, rappresenti un contributo imprescindibile anche in termini di verità. Un tentativo fin qui andato a vuoto (il pensiero va al 4 dicembre 2016) ma che deve fondarsi – almeno in questo caso – su una maggiore coesione politica. E nel frattempo arrivano le parole solidali del Presidente Sergio Mattarella. Sperando che le prossime saranno di conforto a qualche certezza in più.