Il centro destra, se unito – o “centrodestra”, tutto attaccato –, secondo gli ultimi sondaggi, avrebbe buone possibilità di giocarsela con gli altri due poli, M5S e Partito Democratico. L’unità del centro destra, negli ultimi vent’anni, non è – quasi – mai stata un problema. Silvio Berlusconi, in tempi non troppo remoti, ha sempre svolto il ruolo di grande federatore, mettendo assieme anime spesso contrastanti. Tutto ciò non è più sufficiente.
Così Giorgia Meloni, in una intervista rilasciata a Tempi ribadisce, ancora una volta, la necessità, per il centrodestra, di riunirsi attorno a un programma comune. A differenza del leader della Lega Nord, però, la Presidente di FdI cerca in ogni modo di tenere dentro la coalizione anche Forza Italia, probabilmente consapevole del fatto che, senza il voto dei moderati forzisti, l’asse romano-padano porterebbe a poco.
La sacra unione lepenista in versione casereccia
Da qui l’idea di una “lista dei patrioti”: una sacra unione lepenista in versione ajo, ojo e peperoncino. Giorgia Meloni – giovanissima ministra per le Politiche giovanili nel governo Berlusconi – probabilmente dimentica – o finge di non ricordare – la storia dell’alleato che cerca di tirar dentro.
Silvio Berlusconi, dal canto suo, appare perfettamente consapevole che Forza Italia, questa volta, non basterà – nonostante alcune roboanti dichiarazioni. La lista patriottica, così come prospettata dall’onorevole Meloni, si presterebbe, paradossalmente, all’applicazione del motto dell’UE: uniti nelle diversità, in varietate concordia.
Verrebbe da domandarsi, oltre alla operazione elettorale – di dubbia efficacia – in quanto tempo i propositi di unità si scioglierebbero sotto al sole della responsabilità di governo.
Come conciliare l’aspirazione secessionista – formalmente ancora iscritta nello Statuto della Lega Nord, all’articolo 1 – quella nazionalista e quella moderata, di fatto, rimane un mistero. “Il centro destra unito vince”, ripetono a gran voce i leader di tutti i partiti: ora basta mettersi d’accordo sul significato delle parole, e il gioco è fatto.