Un partito aperto, plurale, competitivo e moderno, questa l’idea esposta nel suo intervento di oggi al Lingotto 2017 da Maurizio Martina: “Noi siamo il Partito democratico e non torniamo indietro”. Il Pd vuole guardare avanti e portare a compimento il proprio progetto democratico con “parole e impegni nuovi”, vuole dare un senso di marcia e di prospettiva, una proposta “larga e partecipata” per sconfiggere il populismo, il qualunquismo, l’antipolitica.
Il futuro
Guardando al futuro, Martina si è concentrato soprattutto sull’unità del Partito: non contano le provenienze, conta soltanto la “nuova appartenenza comune”. Diversi e uniti è possibile. Troppo spesso, infatti, nella sinistra, la via della divisione e della diffidenza verso il vicino ha regalato alla destra vittorie immeritate. Per questo Martina parla di cambiamento: “cambiamo ancora, mettiamoci ancora in cammino… c’è ancora tanto impegno civico che va accolto, apriamo le porte e le finestre dei nostri circoli”. Dialogo, apertura, unità.
Citando Giulio Regeni, il ministro delle Politiche Agricole ha parlato della necessità di “una riscoperta del patto sociale tra cittadini e istituzioni”, della partecipazione democratica. La sua è una visione europeista, dove “la sovranità europea è la sovranità italiana”, e ancora di più la visione di un Paese a logica maggioritaria. Il Paese ha bisogno di un rinnovamento delle istituzioni e di un Governo che faccia le cose, che si sporchi le mani e non che sia soltanto testimone.
Il lavoro
Ma il tema più importante è quello del lavoro, soprattutto in rapporto con la questione generazionale. Secondo Martina il Partito democratico ha invertito la rotta verso la giusta direzione, ma deve fare ancora molto di più: “ci deve essere una nuova stagione dei diritti nel lavoro”, e la diversità tra destra e sinistra si misurerà proprio sulle le risposte concrete che daranno a queste sfide.
Applaudito con energia dal pubblico, il ministro ha sottolineato la necessità di un prelievo europeo sulle transazioni finanziare speculative: in questo modo, ha detto, “potremmo raddoppiare quello che abbiamo messi sul reddito d’inclusione contro la povertà, oggi”. Bisogna dedicarsi alla difesa e alla promozione del lavoro, trovare soluzioni al rapporto tra la rivoluzione digitale e il mondo del lavoro. E poi ancora la questione fiscale: “Bisogna pagare meno e pagare tutti”, c’è troppa tassazione sui redditi di lavoro, le tasse vanno pagate dove si producono i profitti.
Per concludere, un ricordo di Aldo Cervi, partigiano e visionario, che nel 1939 comprò il primo trattore della sua zona e issò come bandiera un mappamondo: “Al di là della sua terra c’erano molte altre terre”.