“Va dove ti porta il cuore” direbbe la scrittrice Susanna Tamaro, ma per associare la frase al partito politico di Grillo sarebbe più esatto dire “dove ti porta il vento” o in questo caso “dove vogliono gli elettori”. Dopo una lunga campagna mediatica “populista” dai contenuti a dir poco opinabili contro l’obbligatorietà dei vaccini, tra le fila dei candidati al Senato compare, per il secondo mandato, la senatrice uscente Elena Fattori, biologa, al secolo la “grillina pro-vax”. Una sorta di foglia di fico dietro cui il M5s tenta di nascondere la sua parte più impresentabile e pericolosa in vista delle prossime elezioni. Un tentativo che però si infrange con la strategia della candidata alla presidenza della Regione Lazio Roberta Lombardi.
La posizione pro-vax di Elena Fattori imbarazza il M5S
La posizione della senatrice Fattori a favore dei vaccini imbarazza il movimento (verrebbe da chiedersi il perché di una seconda discesa in campo della Fattori) ed è diventata ogni giorno più scomoda, soprattutto dopo lo scontro politico tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e la ministra della salute Beatrice Lorenzin dei giorni scorsi. E così Elena Fattori è stata bollata come “indesiderata” dalla Lombardi, che in una email inviata al leader Luigi Di Maio e pubblicata oggi su la Repubblica ha chiesto tassativamente di non far partecipare la candidata pro-vax ai suoi comizi.
Il diktat della Lombardi: “Fuori dalla mia campagna elettorale”
Scrive la Lombardi: “Con la presente la informo che non autorizzerò nessun evento della campagna elettorale per le regionali in cui sarà presente la senatrice Elena Fattori che ci legge in copia. Le posizioni politiche della sig. ra Fattori in tema di salute e vaccini sono individualistiche e fuori dalla linea politica nazionale. Non intendo pertanto correre il rischio che vengano minimamente confuse con le linee politiche della sottoscritta elaborate a livello regionale e coerenti con il nazionale. La invito a sensibilizzare la sig.ra Fattori ad evitare l’incresciosa situazione di dovermi costringere, attraverso comunicazioni pubbliche, a separare le nostre campagne”.
Posizioni altalenanti che minano la salute dei bambini
Lo scenario delineato nelle ultime ore avvia diversi spunti di riflessione. In primis, non può non emergere un atteggiamento dittatoriale che poco a che fare con i sani principi della democrazia e del confronto dove si legge, a chiare lettere, la predominanza di atteggiamenti di superiorità rispetto a posizioni meno alte nella ormai consolidata struttura gerarchica a cinque stelle. Laddove non avviene un confronto costruttivo tra membri di uno stesso partito si fa fatica a pensare che questo stesso partito possa intavolare discussioni con altre parti politiche o con i cittadini stessi: uno vale sempre uno? Non solo: lo scontro così acerbo tra le posizioni pro-vax e no-vax ha difatti una unica e sola conseguenza. I politici del Movimento cinque stelle, a conti fatti, hanno posizioni altalenanti sull’obbligatorietà dei vaccini: una per ogni circostanza, a seconda dell’utilità del momento. Ma in questo marasma di posizioni politiche sono i bambini a vivere le conseguenze di scelte scellerate.