Il G7 ambiente di Bologna ha confermato, con la necessaria abilità diplomatica della dichiarazione finale a Sei più Uno, la linea emersa a Taormina: gli Usa sono isolati e i Sei andranno avanti con gli impegni sul clima assunti con l’Accordo di Parigi, che non sono rinegoziabili.
I cambiamenti climatici in diverse parti del pianeta
I cambiamenti climatici si manifestano già oggi in diverse parti del pianeta. Anche in Italia attraverso l’intensificarsi di fenomeni metereologici estremi.
L’arretramento dei ghiacciai negli ultimi dieci anni pari ad 800mila piscine olimpiche. La scarsità di acqua che colpisce molte aree del paese come il Lago di Bracciano, l’invaso del Bilancino in Toscana, l’avanzare del cuneo salino in fiumi come l’Adige.
I mutamenti colpiscono sopratutto paesi più poveri e fragili, provocando tensioni e flussi migratori. Pensiamo alla regione del Lago Ciad, che confina con Camerun, Ciad, Niger and Nigeria. Negli ultimi trenta anni la superficie del lago si è ridotta da 25mila kmq (più grande della Lombardia) del 1963 a meno di 2000 dei nostri giorni (più piccolo della Valle d’Aosta).
Proprio le zone a ridosso del Lago sono diventate le roccaforti di Boko Haram. Ed è qui che il mancato contributo degli USA al Green Fund, il fondo di 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare le misure di adattamento e mitigazione nei paesi in via di sviluppo, potrebbe provocare più danni.
Opportunità per il futuro
Le politiche ambientali rappresentano, però, anche una grande opportunità per il futuro. Una sfida fondamentale dal punto di vista economico, tecnologico, sociale, geopolitico. Quando parliamo della questione climatica parliamo infatti anche di una nuova economia, basata sulle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico, sull’economia circolare, sulla mobilità sostenibile, sull’innovazione e la qualità.
E’ una sfida in cui l’Europa vista a Taormina, quella di Merkel, Macron e Gentiloni, può svolgere un ruolo da protagonista insieme alla Cina. Come quell’Europa che fu determinante per l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, contro gli USA di Bush e senza la Cina, grazie anche alla capacità di Romano Prodi di coinvolgere la Russia.
La strada intrapresa da Macron
E’ una straordinaria occasione oggi per un rilancio politico dell’Europa. Per fare questo serve coerenza in tutte le politiche e in tutti i settori. E’ la strada che sembra aver imboccato Macron affidando a Nicolas Hulot, noto ambientalista francese, un Ministero di rango superiore sulla “Transizione ecologica e solidale”.
Per l’Italia un primo banco di prova è la scrittura della nuova Strategia Energetica Nazionale, su cui è aperta una consultazione pubblica e un confronto anche in Parlamento. Occorrono obiettivi ambiziosi e praticabili: favorire l’autoproduzione elettrica da fonti rinnovabili per cittadini, comunità e imprese, con forte una forte riduzione degli oneri di sistema per stimolare il mercato e rendere pienamente competitive le fonti green; abbandonare il carbone per la produzione di energia elettrica nei prossimi anni; raggiungere entro il 2050 il 100% di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica.
E’ questo il percorso per un’Italia protagonista in un’Europa che torni a fare l’Europa e ambisca ad essere leader per uno sviluppo sostenibile e per il futuro.