I cambiamenti climatici sono un tema all’ordine del giorno nell’ambito del dibattito globale. Le temperature si stanno alzando di anno in anno in ogni parte del mondo, causando spesso anche un totale ribaltamento delle ricorrenze degli agenti atmosferici a cui eravamo abituati.
Nonostante l’approccio sembri essere partecipato a livello mondiale, ne è un esempio il summit proposto dall’Onu sul clima che ha lavorato due settimane a dicembre con la partecipazione di oltre 20mila negoziatori e diplomatici dei 197 paesi che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi, in realtà i dati parlano chiaro: negli ultimi 15 anni le temperature si sono alzate in media di 1.8 gradi Fahrenheit (approssimativamente 1 grado Celsius).
C’è necessità di rispondere nel concreto a questa minaccia, che rischierebbe in un futuro non lontano di fa cadere la catena alimentare, con l’estinzione di specie e l’impossibilità di condurre certe tipologie di coltivazione.
Uno degli obiettivi richiesto dal meeting di Parigi è infatti il totale azzeramento delle emissioni dei gas nocivi entro il 2050. Londra ha già cominciato stanziando 4 miliardi di sterline per iniziare i progetti a riguardo.
Greta Thunberg e i FridaysForFuture
Se c’è qualcuno che non è soddisfatto della risposta dei governi e delle organizzazioni internazionali ai cambiamenti climatici, quel qualcuno non è mai riuscito a ricevere lo stesso respiro mediatico di Greta Thunberg. Una giovane ragazza svedese, ha 16 anni compiuti ed è già un simbolo della battaglia per invertire di rotta.
È dal 20 di agosto di quest’estate che l’adolescente si presenta ogni venerdì mattina di fronte al parlamento di Svezia, armata di cartelli e puntualità per protestare contro l’impegno insufficiente della politica – in primis nel suo paese – sui cambiamenti climatici globali. È stata lei, infatti, l’ospite d’onore della Conferenza Mondiale sul Clima svoltasi dal 3 al 14 dicembre 2018 a Katowice, in Polonia, tenendo un discorso di fronte ai 197 stati membro.
«La nostra civiltà e la biosfera stanno per essere sacrificate solo per garantire a un piccolissimo numero di persone di accumulare grandissime quantità di denaro e vivere nel lusso», così ha accusato i rappresentanti dei governi seduti in platea, sottolineando la necessità di perseguire la crescita economica come soluzione e non come causa dei cambiamenti climatici.
Sono passati 3 mesi da quell’evento e Greta è sempre più conosciuta.
La sua iniziativa ha dato il via ad una serie di movimenti internazionali chiamati i FridayForfuture, ispirati ai venerdì che la ragazza svedese sacrificava in nome dell’impegno necessario per frenare le cause dei cambiamenti climatici.
In tutta Europa ormai ci sono centinaia di migliaia di manifestanti in proteste settimanali, con un picco massimo registrato in Germania il primo giorno di febbraio con oltre 30mila persone.
FridaysForFuture in Italia
Finalmente anche in Italia si cominciano ad organizzare i primi Venerdì Per Il Futuro, a partire da Milano nello scorso dicembre in fronte al Palazzo Marino, ma si sono formati già gruppi a Pisa, Genova, Taranto, Bari, Napoli, Treviso, Vicenza, Venezia, Padova, Parma, Modena, Torino, Roma, Brescia, Como, Udine, Brescia, Bologna, Firenze, Catania, Varese e presto anche a Messina e Arezzo.
Dei veri e propri flash-mob per sensibilizzare le istituzioni al tema, senza capi o coordinamenti centrali. Un unico obiettivo con un mezzo moderno e mediaticamente forte.