Oltre ai topi, la mondezza, i gabbiani e chi più ne ha più ne metta, c’è un ulteriore elemento che si aggiunge al degrado della capitale: i suoi fiumi.
A denunciare la situazione è stata Legambiente Lazio: Tevere e Aniene sono ammalati d’inquinamento.
Infatti se la qualità del primo è “scarsa”, quella del secondo è addirittura “pessima”. Oltre a ciò la siccità di questi mesi fa sì che riaffiorino detriti e rifiuti (tra cui carcasse di motorini).
La proposta di Ecoitaliasolidale
Così il movimento ecologista Ecoitaliasolidale ha proposto la realizzazione di un unico Ente gestore “che avrebbe l’opportunità di coordinare una serie di progetti che vedono la riqualificazione del tratto fluviale, la depurazione delle acque, la piena navigabilità del fiume, sia per la mobilità alternativa che per lo sviluppo turistico della città, la riqualificazione e la valorizzazione degli argini”.
L’amministrazione Raggi del resto sembrava concordare dato che il 20 marzo scorso ha istituito un Ufficio Speciale Tevere appunto per prendersi cura del fiume.
L’Ufficio Speciale Tevere
L’Ufficio ricadrebbe nell’ambito della Direzione Generale di Roma Capitale in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale e il Dipartimento Ambiente e con i seguenti obiettivi (o almeno così recitava il sito del Comune):
– formulazione di proposte inerenti la manutenzione, lo sviluppo, la tutela e la fruibilità delle acque;
– coordinamento con altre Amministrazioni pubbliche coinvolte;
– monitoraggio e controllo dello stato di attuazione di iniziative, anche di associazioni, fondazioni e Onlus che, in sinergia con l’Amministrazione, svolgono attività per la valorizzazione e la riqualificazione delle aree lungo l’argine del Tevere;
– elaborazione e pianificazione partecipata del Parco Fluviale.
Peccato che ad oggi non vi sia più notizia della sua attività e il risultato sia sotto gli occhi di tutti i romani.
Fossimo in Raggi rivedremmo al ribasso il voto che si è attribuita proprio oggi per un anno di attività: forse quel sette e mezzo è un tantino troppo.