“Una misura nazionale di contrasto alla povertà”, è arrivato oggi il via libera dal Cdm al decreto legislativo sul reddito di inclusione -che dovrà passare all’esame delle Commissioni parlamentari competenti per l’acquisizione dei pareri- voluto dal governo Renzi e (collegato alla legge di Bilancio 2016) che segue il Memorandum d’intesa firmato ad aprile dal premier Paolo Gentiloni.
Reddito per 660mila famiglie
La misura nella prima fase si rivolgerà “a 660mila famiglie, di cui 560mila con figli minori”, ha spiegato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine del Cdm. La priorità nel riconoscimento del Reddito d’inclusione, spiega, verrà data ai nuclei “con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione”.
Il Fondo per la lotta alla povertà
La misura è finanziata con 1,7 miliardi del Fondo per la lotta alla povertà che il ministro ha assicurato verrà incrementato con altre risorse destinate in particolare all’inclusione attiva verso il lavoro (il 15% del Fondo), che portano con sé anche l’assunzione di 600 addetti nei Centri per l’impiego. “In totale siamo sui 2 miliardi l’anno, nei prossimi anni”, ha spiegato Poletti.
L’ammontare del reddito andrà da un minimo di 190 a un massimo di 485 euro, a seconda di vari parametri e dei componenti dei nuclei familiari interessati. ha spiegato Poletti: “Riusciamo già a raggiungere quasi completamente il target cui stiamo guardando”. Si tratta di circa 1,7 milioni di persone interessate.